Le spugne a Lampedusa

Tutti sanno che l’attività redditizia a Lampedusa era per lo più legata alla pesca.

Il pescato però non era solo pesce ma anche spugne.

Già intorno al 1870 il pescatore trapanese Leonardo Augugliaro scoprì alcuni banchi di spugne anche vicino l’isolotto Lampione.

Nacque in quel momento una svolta economica per l’isola, tant’è che in molti abbandonarono pastorizia e agricoltura per imbarcarsi sui “saccalleva” imbarcazioni adatte per la pesca delle spugne.

“I spunsara” ovvero coloro che si dedicavano alla pesca delle spugne non erano soltanto locali ma giungevano da ogni parte, anche Grecia e Tunisia.

Spiegate le vele si tornava a casa solo dopo diversi mesi di duro lavoro e una volta rientrati il lavoro continuava alle diverse fasi di pulizia delle spugne.

La pulizia delle spugne consisteva nel batterle energicamente per eliminare detriti di roccia e dopo diversi risciacqui in acqua di mare venivano sterilizzate.

Un tempo le grotte adibite a magazzino situate proprio nei pressi del porto erano adornate da queste collane di spugne messe ad asciugare.

Scenografia di forme e colori tale da costituire attrattiva e suscitare un fascino particolare per i passanti cittadini dell’isola e turisti.

Nello storico spugnificio da Giovannino in via Roma 17 potete ammirare ed acquistare le vere spugne locali e approfittare per farvi raccontare l’affascinante ma faticosa storia della raccolta delle spugne.

Nonostante le difficoltà di una spietata concorrenza che offre spugne sintetiche, l’antica tradizione resta ancora attiva grazie a tutti coloro che sono fortemente interessati ad un prodotto naturale.

La spugna naturale è sempre molto apprezzata per le sue proprietà esfolianti per corpo e viso utilizzate per l’giene di adulti e bambini.

Un consiglio utile per chi acquista queste spugne è quello di sciacquarle e farle asciugare bene senza metterle al sole.

Con l’auspicio che la raccolta e la lavorazione di queste spugne naturali possa sempre suscitare più interesse per i cittadini del mondo.

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