L'
Area Marina Protetta delle Isole Pelagie
comprende 46,28 km di costa delle isole di
Lampedusa,
Linosa e
Lampione,
a cui si somma l'estensione a mare di 4.136 ettari. Le Isole Pelagie
racchiudono, in un unico arcipelago tesori e caratteristiche ambientali
che appartengono a due continenti distinti: l'Africa e l'Europa e rappresentano
il gioiello più meridionale del sistema nazionale delle aree marine
protette italiane. Quasi un ponte attraverso il bacino del Mediterraneo,
esse testimoniano l'interdipendenza delle dinamiche ecologiche dal quale
non si può prescindere in nessun programma di protezione dell'ambiente.
La bianca
Lampedusa, la nera Linosa e lo
sperduto isolotto di Lampione, sede di attente politiche di tutela ambientale,
rappresentano oggi un nuovo contributo alla sfida della sostenibilità
in Italia.
L'area comprende alcuni importanti siti di nidificazione della tartaruga
marina Caretta Caretta. Le isole di Linosa (Spiaggia della Pozzolana
di Ponente) e di Lampedusa (Spiaggia di Isola dei Conigli) sono gli
unici siti in Italia in cui la presenza di regolari ovodeposizioni da
parte di alcuni esemplari è documentata e certa. Purtroppo la densità
del turismo di massa e la frequentazione crescente del turismo appiedato
(ancora permesso) stanno facendo perdere alla spiaggia dell'Isola dei
Conigli ogni attrattiva per la deposizione delle uova delle
tartarughe.
Nel 2007 e nel 2008 non è stato censito infatti alcun nido a Lampedusa.
Le ovodeposizioni sono fortunatamente riprese nel giugno del 2009. Sul
versante meridionale dell'isola di Lampedusa si osservano ampie zone
di trottoir a vermeti (piattaforma carbonatica litoranea che si espande
verso il mare, formata in seguito ad un processo di cementificazione
di gusci di alcune specie di molluschi della famiglia dei Vermetidi.
), tipica ecostruttura mediterranea.
- Zona A (nella cartografia evidenziata
con il colore rosso), di riserva integrale, interdetta a tutte le attività
che possano arrecare danno o disturbo all'ambiente marino. La zona A
è il vero cuore della riserva. In tale zona, individuata in ambiti ridotti,
sono consentite in genere unicamente le attività di ricerca scientifica
e le attività di servizio.
- Zona B (nella cartografia evidenziata
con il colore giallo), di riserva generale, dove sono consentite, spesso
regolamentate e autorizzate dall'organismo di gestione, una serie di
attività che, pur concedendo una fruizione ed uso sostenibile dell'ambiente
influiscono con il minor impatto possibile. Anche le zone B di solito
non sono molto estese.
- Zona C (nella cartografia evidenziata
con il colore azzurro), di riserva parziale, che rappresenta la fascia
tampone tra le zone di maggior valore naturalistico e i settori esterni
all'area marina protetta, dove sono consentite e regolamentate dall'organismo
di gestione, oltre a quanto già consentito nelle altre zone, le attività
di fruizione ed uso sostenibile del mare di modesto impatto ambientale.
La maggior estensione dell'area marina protetta in genere ricade in
zona C.